PALINURO: Don Luigi Merola presenta il suo libro "FORCELLA"

L'INTERVENTO DEL SINDACO ROMANO SPERANZA

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La copertina del libro

Lo scorso 30 novembre si è tenuto a Palinuro, presso l'Hotel San Pietro, il convegno "Educazione alla legalità", incentrato sulla presentazione del libro "Forcella - tra inclusione ed esclusione sociale" da parte dell'autore don Luigi Merola. Il giovane Parroco di Forcella ha descritto il suo arrivo in un quartiere completamente abbandonato, "da Dio e dagli uomini". Eppure non si scoraggiò, puntando, con l'aiuto di alcuni giovani studenti - divenuti i suoi più' stretti collaboratori - sull'impegno a favore dei bambini. Insieme hanno creato un oratorio, per dimostrare che le strutture servono anche a testimoniare che la parte sana della città c'è e vuole un cambiamento. Si è poi soffermato sulla svolta epocale che è stata impressa al quartiere di Forcella dalla morte della piccola Annalisa Durante, avvenuta il 27 marzo del 2004. Un cammino che è stato solo accompagnato dal Parroco e dai suoi ragazzi, che hanno trovato in Parrocchia un luogo sicuro, affetto e presenza (un laboratorio di Teatro; un centro di musica e di ballo; un corso di informatica) dimostrando quanto siano necessari altri spazi e locali per tenere accesa la speranza del quartiere. Infine, ha parlato del messaggio del Cardinale Sepe alla città' di Napoli, che non ha bisogno di eserciti di soldati, ma di un esercito di testimoni, di maestri che credono e sanno trasmettere i veri valori ai giovani e ai bambini. Loro saranno la classe dirigente che noi dobbiamo formare. Il verbo sul quale bisogna insistere non è sicurezza, ma formazione. Investire di più'sulla formazione. Dare a tutti la possibilità di andare a scuola e di formarsi. A Forcella l'85% degli abitanti ha solo la V elementare. Sola la cultura libererà Napoli dalla criminalità. Al convegno, moderato da Vincenzo Rubano, sono intervenuti il Prefetto di Salerno Vlaudio Meoli, il prof. Vittorio Amoretti dell'Università di Salerno, il Parroco di Salerno Gaetano Conversano ed il Sindaco di Centola Romano Speranza di cui riportiamo integralmente l'interventodui di seguito.

Signore e Signori
A nome dell’Amministrazione Comunale di CENTOLA porgo a tutti voi un cordiale saluto e Vi ringrazio per la Vs. presenza, numerosa anche di giovani.Un ringraziamento particolare a don Luigi MEROLA che ha accettato il ns. invito. Don Luigi, come è noto, è stato per alcuni anni e fino al giugno scorso, parroco di Forcella, quartiere di Napoli tristemente famoso perché governato dall’illegalità. Ora è consulente del Ministero della Pubblica Istruzione.
Un ringraziamento al prof. Vittorio Amoretti, dell’Università di SA, a mons. Gaetano Conversano, parroco in SA, a SE dott. Claudio Meoli, Prefetto di Salerno
Ci dispiace per il dott. Alfredo Greco, Procuratore Capo della Repubblica di Vallo Luc. Ragioni di salute gli hanno purtroppo impedito di essere qui presente. Gli facciamo gli auguri per una pronta rimessa. Un ringraziamento all’Arma dei Carabinieri, qui presente con il cap. Luca TOTI, comandante della Compagnia di Sapri, e dei M.lli RICCARDI e CARELLI della Stazione di Centola. Colgo l’occasione per esprimere all’Arma i complimenti per la brillante e fulminea definizione della rapina all’ufficio postale di Palinuro di pochi giorni fa, con l’arresto del rapinatore. Ringrazio il Corpo Forestale dello Stato, con il dott. Marciano, il C/te del porto di Palinuro cap. Giovannone, il preside De Luca Ferdinando ed i docenti delle varie scuole. Abbiamo con piacere organizzato questo incontro, che s’inquadra nel progetto “Educazione alla legalità” che l’Amministrazione comunale intende perseguire tra i suoi obiettivi fondanti e qualificanti. Del resto è questo un tema divenuto cruciale ed irrinunciabile all’interno della società e del mondo del lavoro. Oltretutto la legalità è diventata un’emergenza nazionale perché essa, a vari livelli ed a vario titolo, è stata sostituita dall’illegalità, con forme diffuse e preoccupanti, fino ad interessare gli adolescenti ed in molti casi i bambini. Oltretutto a Palinuro un incontro con don Luigi Merola era quasi d’obbligo per noi, in quanto qui i Merola, ed in particolare quelli con il nome di LUIGI, hanno partecipato attivamente alla vita comunitaria di questi luoghi. Abbiamo avuto proprio un don Luigi Merola parroco a Palinuro per molti anni. Poi il prof. Luigi MEROLA che ha rappresentato per circa 50 anni un pò la storia politica locale di Palinuro. Ed ancora il nipote, il giovane Luigi, figlio di Vincenzo, ns. assessore comunale (qui presente). Dunque Luigi Merola è un nome di casa a Palinuro. Naturalmente qui nel Cilento, a Centola, a Palinuro, siamo in un contesto ambientale, culturale e sociale ben diverso da quello che don Luigi Merola ha vissuto quale parroco in Forcella e che ci racconta nel suo libro. Qui siamo periferia della provincia di SA ed ancora più periferia della Regione Campania, e fortunatamente, ad oggi, sono assenti quei fenomeni di criminalità che quotidianamente vengono evidenziati ed amplificati dai mass media, come se tali fenomeni esistessero solo a NAPOLI e non anche in altri paesi. Ma se, come dicevo, qui è assente la criminalità, non è certo assente quella CULTURA dell’ILLEGALITÀ o della FALSA LEGALITA’ che se non contrastata può generare fenomeni più gravi di devianza e che comunque è una delle cause del nostro sottosviluppo. Ed è per questo che non mi stanco di evidenziare che, in particolare in queste nostre zone, fare l’amministratore deve significare sentire il dovere di educare e non di gestire il potere solo per avere altro potere. Dunque, vanno fatte delle considerazioni ed alcune riflessioni che riguardano anche il nostro territorio. Il concetto di legalità è indubbiamente molto vasto e illegalità non significa certo solo criminalità. L’educazione alla legalità ha per oggetto la natura e la funzione delle regole nella vita sociale, i valori della democrazia, l’esercizio dei diritti di cittadinanza. Educare alla legalità significa elaborare e diffondere la cultura dei valori civili. Significa sviluppare la consapevolezza che condizioni di dignità, libertà, solidarietà, sicurezza vanno anzitutto acquisite e, considerato che non si acquisiscono per sempre, vanno poi perseguite e protette. Pertanto alla base della convivenza civile e sociale di un popolo occorre porre delle regole, che sono poi le leggi. E queste regole segnano il livello di civiltà di un popolo. Per costituire una società commerciale o una semplice associazione redigiamo uno statuto, per fissare appunto le regole alle quali dobbiamo attenerci. E così abbiamo e dobbiamo avere regole in ogni aspetto della nostra vita e nelle relazioni tra cittadini e tra cittadini e istituzioni. Occorre dunque acquisire la cultura per il rispetto di queste regole, per viverle con consapevolezza e partecipazione. E molte volte queste regole (leggi, ordinanze, che siano) sono di difficile comprensione ed anche di difficile applicazione. Sono o possono sembrare ingiuste o sbagliate, o penalizzanti rispetto al nostro interesse personale. Di qui la tendenza da parte di ognuno di noi a violarle. E la sommatoria di tante violazioni ci porta spesso a fenomeni ben più gravi, anche in considerazione dell’incalzare della criminalità. Buona parte dei problemi che minacciano la convivenza pacifica o la tutela dell’ambiente sono attribuibili non solo a fattori economici, naturali, storici, ma anche ad interventi nella sfera pubblica di amministratori che trascurano l’interesse della collettività o dell’ambiente per privilegiare interessi particolari. Il principio di legalità in democrazia rappresenta un mezzo di prevenzione rispetto a questi rischi. Dunque occorre essere buoni amministratori, ma anche e soprattutto buoni cittadini. Ed essere buoni cittadini deve significare acquisire la cultura della legalità. Mi rendo conto che questi concetti sono difficili da comprendere. Lo sono stati da sempre, lo sono ancor più oggi, in un clima di relativismo morale, di perdita assoluta di valori e riferimenti ideali. E lo sono anche per un concorso di colpe che ci vede tutti coinvolti. Come persone fisiche, come istituzioni ed autorità, nessuna esclusa. Parlando con il preside del liceo di Centola, prof. Cesare Pifano, questi metteva in evidenza certe difficoltà a dialogare con gli alunni di questo istituto. Ma allargando il discorso ai giovani e studenti in generale ci dobbiamo chiedere: quali sono gli esempi che la nostra società offre loro quotidianamente? E’ difficile studiare per venti anni per fare una vita da impiegato, quando si può apparire in TV, fare foto a VIP, fare la velina e simili, guadagnando in pochi giorni la somma di anni di lavoro subordinato, E’ da ciò, dunque il dilagare di fenomeni quali il bullismo e simili, la disponibilità ad essere adescati in organizzazioni più o meno criminali. Nello specifico del caso FORCELLA dovremmo fare una riflessione. Per anni si è sostenuto che la camorra a Napoli era da attribuirsi a certi apparati politici dei vari GAVA & C. Orbene, questa cosiddetta Prima Repubblica da oltre 15 anni non esiste più ed è stata sostituita da una nuova classe politica e dirigente. Ma la camorra è stata sconfitta o almeno attenuata? Le strade da perseguire forse sono altre e don Luigi nel suo libro ci dà qualche indicazione in tal senso e soprattutto ci invita a non perdere la speranza. Ai giovani, dunque, dobbiamo sforzarci di dare esempi e modelli di vita ben diversi. Lo dobbiamo fare a partire dalle varie organizzazioni della società: la famiglia, lo Stato, inteso non solo in senso astratto e con riferimento all’Ente nazionale, ma anche a quello locale, la Chiesa e la parrocchia, la scuola. Dobbiamo anzitutto, lo ripeto, essere buoni cittadini. Perché dai buoni cittadini potremo scegliere per avere buoni amministratori. Ma ognuno di noi faccia la propria parte, a partire dalle piccole cose, nel quotidiano, favorendo una cultura della legalità che possa essere di esempio anche per gli altri. Ogni giorno compiamo una serie di gesti, di atti, di comportamenti, anche di semplici discorsi, più o meno illegali, e ciò senza che ce ne accorgiamo perché abbiamo ormai una acquiescenza a tutto ciò. Come c’è un’acquiescenza al degrado, alla sporcizia, al disordine che ci circonda e che non vediamo neanche. Se vogliamo elevarci moralmente, socialmente e di conseguenza anche economicamente – perché alla fine la legalità rende - dobbiamo compiere tutti un piccolo sforzo ed un impegno per superare tutto ciò. Io chiudo questo breve intervento con questo auspicio e con questo messaggio che affido soprattutto ai giovani. A tal fine nel programma delle nostre POLITICHE SOCIALI abbiamo inserito appunto una serie di iniziative da realizzare con la SCUOLA, gli INSEGNANTI, con la CHIESA e con tutti gli altri operatori del settore educativo, per coinvolgere tutti i giovani, a cominciare dall’infanzia e dall’adolescenza. Queste tematiche che io ho appena espresso saranno meglio analizzate da don Luigi e dagli interventi dei nostri illustri ospiti. Per cui passo la mano al nostro moderatore, il giornalista Vincenzo RUBANO, per il prosieguo dell’incontro. Vi ringrazio per l’attenzione e rinnovo i saluti. In chiusura devo un ringraziamento all’assessore Rita Corradin, che gentilmente ci ha dato ospitalità nel suo albergo.

Romano Speranza